Ho trovato questo articolo l'altro giorno, parla di un fatto accaduto qualche anno fa. mi ha messo tanta tristezza, ma mi ha dato tanta forza. volevo condividerlo con voi.
"Ma cosa vuoi che sia, sarebbero capaci tutti....stare in macchina, al caldo, farsi i giri, guardare Ie ragazze del centro. E poi, cosa credi, mica sono sempre sulla strada. Li trovi nei bar, si siedono li e mangiano, bevono.., gratis per giunta. E poi si lamentano, dicono che Ii pagano poco. ma se lavorano sei ore al giorno! Vorrei vederli: alzarsi alle 7 del mattino e finire alle 8 di sera per sei giorni alla settimana! E' così, sono statali, sanno solo lamentarsi e Ie teste quadre di poliziotti e carabinieri sono le peggiori"
Già, le peggiori. Le peggiori quando alle quattro del mattino del’1 gennaio sono accanto al corpo insanguinato di una ragazza che si è lanciata dal sedicesimo piano. Le peggiori, quando, con un coraggio e una forza che a nessuno è imposto di avere, sfilano il cappio dal collo spezzato di un giovane, morto per amore, verde in faccia e nudo dentro la doccia. Le peggiori, quando sfrecciano in sirena a 180 Km orari perché qualcuno ha i ladri in casa, è picchiato dal marito, è minacciato dal figlio, si vuole ammazzare, ha preso a pugni tale, ha rubato a talaltro, si è fatto una spada e sembra in fin di vita, è stata con uno e non le ha dato i soldi… e magari, porca miseria, fossero sempre queste 'cazzate', dove perdi un casino di tempo e devi stare a parlare, a convincere, ad ascoltare il padre che ti racconta che sua figlia non torna mai prima delle sei ed è per questo che la picchia a sangue… e poi il tossico, malato, che perde i denti, che porti in galera ogni due mesi. Arriva il giorno in cui rivedi quell'uomo, quello che andava sempre in bicicletta, che lo incontravi in centro, ogni tanto, e una notte ti chiamano, sfondi una porta qualunque, e lo trovi in un lago di sangue, la pistola sotto la schiena e il cranio sfracellato, in mille pezzi, alle pareti di una stanza chiusa da settimane. E una lettera che prendi e ti tremano le mani: l’assassino lo conosci, è la solitudine, che gli ha sventrato l’anima.
Già, "le teste quadrate dei poliziotti sono le peggiori". Soprattutto quando non arrivi in tempo, quando ti chiamano perché un garage non si apre e ci trovi dentro un ventenne, steso nell’auto, in fin di vita, e ti manca il respiro e non sai se sia per il gas o per la disperazione o perché hai un figlio o per la rabbia o perché quel corpo non respira più, e tu hai fatto l’impossibile, e lui è morto lo stesso.
"Miseri statali, questi poliziotti". Corrono, corrono senza motivo, corrono perché qualcuno in difficoltà fa il 113, corrono perché hanno rapinato il supermercato, corrono e mentre corrono dimenticano: dimenticano la casa, la famiglia, dimenticano una promessa di matrimonio. Dimenticano la paura di non farcela, dimenticano la vita. E poi tornano a casa. Già, a casa. Guardano la moglie, i figli, la mamma, pensano che sono fortunati, che hanno i loro mille e trecento euro al mese, che sono felici, che la vita ha dato loro le cose essenziali, quelle importanti, quelle che non si barattano con niente. Ed ogni volta si rivaluta il dono dell’esistenza, a contatto con la morte, con la disperazione della gente, a contatto con il disprezzo, con la cattiveria, con la disonestà.
"Le teste quadre dei poliziotti sono le peggiori". Le peggiori perché credono in quello che fanno. Le peggiori perché hanno scelto di essere al servizio degli altri. le peggiori perché escono di casa per andare al lavoro e non sanno se faranno ritorno. E poi ci ritroviamo all’obitorio, all’alba di quel maledetto sabato 25 gennaio: io, il mio fidanzato poliziotto, alcuni colleghi e qualche parente di quei quattro ragazzi "statali lamentosi e nullafacenti", che una morta terribilmente inaccettabile ha rubato alle loro famiglie, ai loro bambini. alle loro donne, ai loro amici. E tutti stiamo come sospesi, in un ghiaccio che serra i denti e congela il pianto. E la morsa non si allenta: penso che poteva succedere a lui, all’uomo che mi respira accanto, che ama, in modo inspiegabile per me, il suo lavoro, che ha gli occhi sbarrati e la bocca inchiodata, quasi il cuore sta per scoppiargli, come una bomba. Già, una bomba. Su questi "poliziotti vestiti di blu, protetti e pagati dalle tasse dei cittadini". Già, una bomba, ma su chi non sa quello che dice, su chi parla parla e non conosce, non vede, non sa che, paradossalmente, è anche per la sua sicurezza che Andrea, Fanio, Luca e Massimo correvano quella notte e continueranno a correre per sempre, nelle lacrime soffocate, negli sguardi, nei ricordi, nei gesti e nelle corse dei loro colleghi poliziotti. "Ma cosa vuoi che sia..sarebbero capaci tutti."
Federica Brunetta