domenica 16 dicembre 2007

Corrono, corrono, corrono, ma chi se ne accorge?

Ho trovato questo articolo l'altro giorno, parla di un fatto accaduto qualche anno fa. mi ha messo tanta tristezza, ma mi ha dato tanta forza. volevo condividerlo con voi.

"Ma cosa vuoi che sia, sarebbero capaci tutti....stare in macchina, al caldo, farsi i giri, guardare Ie ragazze del centro. E poi, cosa credi, mica sono sempre sulla strada. Li trovi nei bar, si siedono li e mangiano, bevono.., gratis per giunta. E poi si lamentano, dicono che Ii pagano poco. ma se lavorano sei ore al giorno! Vorrei vederli: alzarsi alle 7 del mattino e finire alle 8 di sera per sei giorni alla settimana! E' così, sono statali, sanno solo lamentarsi e Ie teste quadre di poliziotti e carabinieri sono le peggiori"

Già, le peggiori. Le peggiori quando alle quattro del mattino del’1 gennaio sono accanto al corpo insanguinato di una ragazza che si è lanciata dal sedicesimo piano. Le peggiori, quando, con un coraggio e una forza che a nessuno è imposto di avere, sfilano il cappio dal collo spezzato di un giovane, morto per amore, verde in faccia e nudo dentro la doccia. Le peggiori, quando sfrecciano in sirena a 180 Km orari perché qualcuno ha i ladri in casa, è picchiato dal marito, è minacciato dal figlio, si vuole ammazzare, ha preso a pugni tale, ha rubato a talaltro, si è fatto una spada e sembra in fin di vita, è stata con uno e non le ha dato i soldi… e magari, porca miseria, fossero sempre queste 'cazzate', dove perdi un casino di tempo e devi stare a parlare, a convincere, ad ascoltare il padre che ti racconta che sua figlia non torna mai prima delle sei ed è per questo che la picchia a sangue… e poi il tossico, malato, che perde i denti, che porti in galera ogni due mesi. Arriva il giorno in cui rivedi quell'uomo, quello che andava sempre in bicicletta, che lo incontravi in centro, ogni tanto, e una notte ti chiamano, sfondi una porta qualunque, e lo trovi in un lago di sangue, la pistola sotto la schiena e il cranio sfracellato, in mille pezzi, alle pareti di una stanza chiusa da settimane. E una lettera che prendi e ti tremano le mani: l’assassino lo conosci, è la solitudine, che gli ha sventrato l’anima.

Già, "le teste quadrate dei poliziotti sono le peggiori". Soprattutto quando non arrivi in tempo, quando ti chiamano perché un garage non si apre e ci trovi dentro un ventenne, steso nell’auto, in fin di vita, e ti manca il respiro e non sai se sia per il gas o per la disperazione o perché hai un figlio o per la rabbia o perché quel corpo non respira più, e tu hai fatto l’impossibile, e lui è morto lo stesso.

"Miseri statali, questi poliziotti". Corrono, corrono senza motivo, corrono perché qualcuno in difficoltà fa il 113, corrono perché hanno rapinato il supermercato, corrono e mentre corrono dimenticano: dimenticano la casa, la famiglia, dimenticano una promessa di matrimonio. Dimenticano la paura di non farcela, dimenticano la vita. E poi tornano a casa. Già, a casa. Guardano la moglie, i figli, la mamma, pensano che sono fortunati, che hanno i loro mille e trecento euro al mese, che sono felici, che la vita ha dato loro le cose essenziali, quelle importanti, quelle che non si barattano con niente. Ed ogni volta si rivaluta il dono dell’esistenza, a contatto con la morte, con la disperazione della gente, a contatto con il disprezzo, con la cattiveria, con la disonestà.

"Le teste quadre dei poliziotti sono le peggiori". Le peggiori perché credono in quello che fanno. Le peggiori perché hanno scelto di essere al servizio degli altri. le peggiori perché escono di casa per andare al lavoro e non sanno se faranno ritorno. E poi ci ritroviamo all’obitorio, all’alba di quel maledetto sabato 25 gennaio: io, il mio fidanzato poliziotto, alcuni colleghi e qualche parente di quei quattro ragazzi "statali lamentosi e nullafacenti", che una morta terribilmente inaccettabile ha rubato alle loro famiglie, ai loro bambini. alle loro donne, ai loro amici. E tutti stiamo come sospesi, in un ghiaccio che serra i denti e congela il pianto. E la morsa non si allenta: penso che poteva succedere a lui, all’uomo che mi respira accanto, che ama, in modo inspiegabile per me, il suo lavoro, che ha gli occhi sbarrati e la bocca inchiodata, quasi il cuore sta per scoppiargli, come una bomba. Già, una bomba. Su questi "poliziotti vestiti di blu, protetti e pagati dalle tasse dei cittadini". Già, una bomba, ma su chi non sa quello che dice, su chi parla parla e non conosce, non vede, non sa che, paradossalmente, è anche per la sua sicurezza che Andrea, Fanio, Luca e Massimo correvano quella notte e continueranno a correre per sempre, nelle lacrime soffocate, negli sguardi, nei ricordi, nei gesti e nelle corse dei loro colleghi poliziotti. "Ma cosa vuoi che sia..sarebbero capaci tutti."
Federica Brunetta

16 commenti:

Den ha detto...

Spesso le persone con il cuore cieco hanno la lingua tagliente: è una regola che non mancano mai di rispettare.
Considerateli delle eccezioni. L'Italia tutta chiede PIU' protezione e rispetta le forze dell'ordine.

Anonimo ha detto...

Come sempre il bcchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma c'è chi, quella divisa, la usa per avere una personalità che altrimenti "non trova", per prevarcare chi non la porta, per usare "strumenti riservati" e non propri, al solo fine di screditare chi, senza colpa, subisce il vile ricatto di quel sistema, marcio e corrotto che combatte ... senza divisa, ma con la sola forza del suo carattere e delle certezze che ha maturato non facendo parte di alcuna "squadra". Ma certo, per capire questo serve una intelligenza ed una sensibilità non comuni. Servirebbe capire che la difesa, così come l'accusa, non possono essere razionali, solo per giustificare i propri errori ... ma questa è un altra storia.

Wilkie ha detto...

Caro/a anonimo, dimmi un luogo dove non ci sia del marcio. Questo mio post non voleva arrivare a tanto. è solo un articolo di una ragazza che dice ciò che pensa. purtroppo le persone da fuori non capiscono come sia la vita del poliziotto o del carabiniere. vedono solo quello che vogliono vedere. ma non guardano dentro le persone. ma questo vale per tutto quello che ci circonda.

L'intelligenza delle persone sta nel non fare "di tutta l'erba un fascio". e valutare di volta in volta situazione da situazione.

Sotto la divisa c'è il carattere. non è sempre uno scudo come credi tu. ci sono scelte, che spesso vengono pagate care. molto care.
E spesso per fare del bene. Accusa e difesa fanno parte del sistema. la razionalità non c'entra nulla.

Un saluto,
W.

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe sapere dove hai trovato la lettera ... mi interessa il contesto ... la difesa della "ragazza" suona un po' retorica, leggendo fra le righe. Ciò non toglie nulla alla "prima/sua verità" ma esclude la "seconda/mia verità". Alla scuola Diaz, ad esempio, non c'era l'esempio di cui lei parla ma solo "giovani picchiatori legalizzati, forti del gruppo, del branco cui appartenevano, supportati da ordini meschini e, guarda caso, non hanno pestato no global infuriati, ma solo giovani studenti indifesi. Tutto ciò non è solo marcio ... è molto peggio. Poi, caro amico mio, forse entrambi vorremmo vivere in uno Stato dove i polizziotti vengono pagati come i deputati ma, quando sbagliano, messi in gabbia e, proprio per "l'alto valore" che rivestono (o dovrebbero rivestire), buttate via le chiavi. Ma qui il discorso diventa lungo e complesso, ciao

Wilkie ha detto...

L'articolo è stato preso da un giornale uscito anni fa, non ricordo esattamente l'anno, mi sembra '98. per un fatto accaduto nel veneziano, dove morirono tre agenti di Polizia in un incidente d'auto mentre correvano su un intervento. no conosco o dettagli, mi piaceva la lettera perchè mi ha commosso.

L'esempio di Genova è un grosso sbaglio, ammesso da più parti. non serve a niente portarlo come forza delle tue tesi. Ti posso elencare centinaia di esempi di poliziotti o carabinieri che hanno sbagliato e stanno pagando duramente.
nessuno parla poi di avere stipendi da deputati.
Basta guardarsi in giro per l'Europa cosa prende un poliziotto per fare le stesse cose che fanno i nostri qui.

Un saluto..

Anonimo ha detto...

Di quella storia conosco i dettagli e non devo sostenere alcuna tesi. La divergenza è dettata dall'età e, probabilmente, dal "punto di osservazione". La scuola Diaz non è un fatto increscioso ma "un costume" che viene abitualmente "applicato" da chi si nasconde dietro alla "divisa" ... e non solo quella delle forze dell'ordine. Ciò detto, contrariamente a quanto sembra, nutro grande rispetto per chi svolge attività al servizio della collettività ... medici, pompieri, terzo settore, volontari, protezione civile ... ma provo il più grande disprezzo per chi, "vestendo questi panni" da sfogo alle "sue miserie". Mi dispiace, amico mio, ma la realtà è fatta di 10 magistrati che muoino per la giustizia - e non finirò mai di ammirarli - e 1.000 che sulla giustiziano lucrano i personali interessi economici e di potere. E' un sistema, è un fatto culturale ... viviamo in un paese culturalmente mafioso e, da questa triste realtà non si salvano certamente le forze dell'ordine che, a differenza del civile Canada, non sono neanche consapevoli di essere al servizio del cittadino e non viceversa. Credo, al contempo, che sia il caso di concludere questa disquisizione che, in effetti, nulla toglie e nulla aggiunge alla lettera di una giovane ragazza, oggi madre, certamente sincera nel momento in cui l'ha scritta, al contempo inconsapevole della parzialità del suo contenuto e del valore assoluto che "andava indagando". Ciao caro amico, continua a porti domande a a suggerire risposte - lo dico senza ironia - perch, al di là di tutto, la vità è più bella per chi non la subisce inconsapevolmente ...

Wilkie ha detto...

Conoscerai anche i dettagli di quello che è accaduto alla Diaz, ma sono pur sempre dettagli che non possono permettere di generalizzare tutto il mondo che ci sta attorno. lo sbaglio di alcuni non può ledere la giustizia e l'onesta di molti. Sarebbe da ipocriti negare l'evidenza, ma l'evidenza non è sempre la vera e unica realtà. per fortuna. è lo stesso motivo di dire che se un prete è pedofilo e ha sbagliato, tutta la Chiesa è una merda. siamo sempre lì. cambiano i soggetti ma non il modo di pensare. e, se permetti, lamia testa questo non lo crede. la vita vale anche solo per il fatto che ci sia una sola persona convinta che il bene ,la pace e la giustizia si possano davvero ottenere. è per quei dieci magistrati che vale la pena lottare e condividere i valori. La società marcia può cambiare se prima nel nostro piccolo ammettiamo questo.

mi ha fatto piacere parlare con te, e sono felice che questo post abbia dato la possibilità di espressione.

Ovunque tu sia ti abbraccio, fraternamente.

Matteo

Anonimo ha detto...

quell'articolo è uscito su un giornale che fa parte del circuito mattino di padova tribuna di treviso e nuova venezia. l'ho scritto io. i ragazzi morti erano amici miei e amici del mio allora fidanzato, poliziotto tutt'oggi in forza alla questura di treviso. era puro dolore. e rabbia verso coloro che esprimono giudizi affrettati sulle persone, di qualunque razza professione o estrazione siano.

federica

Anonimo ha detto...

preciso che molti degli episodi tragici riportati nell'articolo sono accaduti veramente al mio ex nel corso del suo impegno in polizia. e io li ho vissuti di riflesso nel tremendo gioco di emozioni e disperazione a cui certi avvenimenti, seppure esterni, ti mettono ferocemente davanti.

l'articolo risale credo a 11 anni fa circa. allora avevo 23 anni.

federica

Wilkie ha detto...

Che sorpresa.
Bello vedere come la rete può condividere esperienze ed emozioni. forse il modo più puro di come possa essere sfruttata.

Ti ringrazio per il commento e per aver scritto quelle parole. Sarebbe bello poterle sentire sempre e non solo in circostanze così tremende.

Ma sappiamo tutti come gira la società e qual'è il barbaro modo di strumentalizzare le cose.

L'importante è non smettere di lottare,e guardare avanti.

Quest'articolo l'ho trovato incorniciato e appeso al muro della sezione Volanti della Questura di Venezia.

Un abbraccio.

Matteo

Anonimo ha detto...

mi fai un grande regalo dicendomi che l'hanno appeso li. io sono ancora contattata annualmente dal sindacato autonomo di polizia che si è affezionato a me grazie a questo pezzo.

è stato ricopiato un po male perchè rileggendolo noto delle modifiche (nel 97 nn c'erano gli euro...avevo scritto un milione e qualcosa al mese o se nn ricordo male e poi c'è qualche congiuntivo sbagliato), ma poco importa.

grazie matteo è stata una sorpresa per me questo post perchè mi ci sono ritrovata veramente per sbaglio.

federica

era uno sfogo

Wilkie ha detto...

Guarda Federica le modifiche che vedi le devo avere fatte io per adattarlo ai tempi nostri, ma ti assicuro che quello che è appeso in quegli uffici è una copia originale del giornale dell'epoca (io me ne sono fatto anche una copia). e credo lo abbiano appeso là per un chiaro motivo di tenere il tutto alla memoria.

Sono convinto che il Sap ti chiami, in fin dei conti la tua è una, seppur dolorosa, preziosa testimonianza di cosa provano le persone vicino alle forse dell'ordine.
E queste sono cose che vanno dette.

Un abbraccio, e passa a trovarmi se ne hai voglia.

M.

Anonimo ha detto...

ah beh...allora oltre dieci anni fa non sapevo scrivere bene come adesso!!! eh eh... dove potrei venire a trovarti? sei in questura a venezia? io sono a milano adesso...ogni tanto torno nel trevigiano però...

Wilkie ha detto...

Bhè ma con quel "passa a trovarmi" intendevo qui sul blog... :))
Ma ovviamente non ti nego un aperitivo nella bella Venezia quando ci tornerò a lavorare! Al momento sono in UK e ci rimarrò fino a giugno..

Quindi suppongo tu sia tipo una giornalista o una scrittrice allora... in bocca al lupo per tutto!

Matteo

Anonimo ha detto...

La rete ... strano "mondo". Così agognato da ragazzo ed ora, che è una realtà, dimostra la sua forza e, soprattutto, la sua Verità ... o meglio quella straordinaria "lente" che mostra, talvolta impietosa, la verità su noi indvidui che "solchiamo questa terra", talvolta con passo incerto, ma mai veramente consapevoli della sua brevità. Certi dell'incerto ed inguaribilmente inconsapevoli ... salvo quando, di ciò che resta nella clessidra, possiamo contare i granelli. Ironia dell'essere: la fine !

Wilkie ha detto...

Ciao ultimo anonimo che hai scritto! :) grazie per il tuo contributo anche se parecchio criptico...!
E forse nel finale un pò triste, mi sembra manchi un pò di ottimismo.. sbaglio?
Un saluto e passa a trovarmi!

W.